La catastrofe umanitaria scatenata dalla guerra dello Stato di Israele contro la Striscia di Gaza non si sta arrestando, anzi peggiora giorno dopo giorno, oggi con gli ennesimi blocchi ai valichi con l’Egitto che impediscono ai feriti e ai malati di uscire e di far entrare aiuti umanitari e carburante. In questo contesto è necessario, anche qui in Italia, continuare a parlare di Palestina, per tenere l’attenzione alta ma anche per non smettere di approfondire e di capire. Torniamo a farlo in questa puntata attraverso la prospettiva della letteratura e del racconto della storia della Palestina, affidandoci alle pagine di Una terra per restare, un romanzo scritto dal francese di origine libanese- palestinese Jadd Hilal, pubblicato proprio in questo maggio 2024 dalla casa editrice Astarte. A parlarne con noi in puntata la traduttrice Giulia Beatrice Filpi.

Approfondimenti

La letteratura palestinese è uno dei nostri “cavalli di battaglia” e infatti in quest’anno di trasmissioni abbiamo già parlato di Un dettaglio minore di Adana Shibli. Ovviamente il libro di Jadd Hilal non è inscrivibile in quel filone, essendo lui un autore francese che fra l’altro, come ci ha spiegato Filpi in trasmissione, fa parte di quella generazione di autrici ed autori che stanno superando le barriere nazionali; però ci è sembrato utile metterlo in relazione con la produzione culturale palestinese anche per cogliere eventuali somiglianze e differenze. Per approfondire vi suggeriamo due nuove uscite editoriali: La terra più amata. Voci della letteratura palestinese, a cura di Wassim Dahmash, Tommaso Di Francesco e Pino Blasone, da Manifestolibri, edizione riveduta e aggiornata con nuovi testi e nuovi autori e autrici della bella raccolta del 1988; il numero 6 della rivista “Arabpop” pubblicata da Tamu edizioni di Napoli che è tutto dedicato alla Palestina.

Jukebox

Lengualerta, Nai-Jah, Alphasteppa, Ceasefire now.

Immagine da Library of Congress