Il 2018 ha visto molte uscite di storia. A fine anno, come al solito, raduniamo i migliori titoli da leggere e li discutiamo.
"Si rivelava l’assenza di condivisione del potere da parte dei maschi, nasceva un sospetto: quello che stavamo vivendo era una festa di tutti o loro l’avevano organizzata e noi eravamo le invitate?" (Lidia Ravera)
Chiudiamo il cinquantennale del Sessantotto con Elena Davigo, una delle curatrici della mostra "Non è che l’inizio", che ci parla di Bologna, '68 e femminismo.
“Evangelisti deve costringere il lettore a confrontarsi con il proprio tempo come parte di un percorso storico, che presenta conseguenze di quanto avvenuto in precedenza e i cui eventi implicano possibili scenari successivi” (Alberto Sebastiani)
Torniamo a ospitare Alberto Sebastiani che questa volta ci porta alla scoperta di Valerio Evangelisti e il suo Eymerich in sponda alla pubblicazione del suo ultimo saggio per i tipi di Odoya.
Serva la loro testimonianza a rendere più estesa la lotta, più libera la strada verso la vittoria di un ordine nuovo, di pace, di lavoro e di libertà, non lontano dal venire (Renata Viganò)
A che punto si trova la storiografia sulle donne resistenti? In questa puntata tra libri e biografie facciamo il punto della situazione di un dibattito molto vivo e sempre attuale.
Morire per una causa o per una passione sono due diversi anacronismi, ma contribuiscono alla stessa speranza: oltre al qui ed ora c’è di meglio. (Martin Capparos)
A vent'anni dalla morte di Sole e Baleno raccontiamo la vita di Soledad Rosas con Tobia Imperato e in occasione della traduzione italiana di "Amore e anarchia" di Martin Caparros.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi / di ciocche nere e castane / a Buchenwald. / Servivano a far coperte per i soldati
Sulle tracce di una vita che sembra un romanzo, quella di Joyce Salvadori Lussu, antifascista, partigiana, scrittrice, traduttrice, donna.