Nella Londra degli anni '30 i fascisti si organizzano sotto gli ordini di O. Mosley. Lo scontro che attraversa l’Europa si manifesta nella “battaglia di Cable Street” : il 4 ottobre 1936 tanti antifascisti rispondono alle camicie nere. Silvio Antonini ci racconta quella memorabile giornata.
Il castello dell’accusa appare generico e fragile: mancano imputazioni precise, mancano collegamenti diretti tra arrestati e crimine (Giorgio Bocca)
Il caso 7 aprile rappresenta uno spartiacque per la sinistra extraparlamentare, i giudici si trasformano in inquisitori del movimento che dal ‘68 scuote le piazze e le fabbriche. Ne parliamo con Giulia Pacifici della redazione di «Zapruder».
Dovremo serenamente creare nella Costituente lo strumento per aprire alla giustizia sociale le vie del domani (P. Calamandrei)
Il 1948 rappresenta un anno fondamentale per la giovane repubblica italiana: la costituzione è appena entrata in vigore e ci sono le prime elezioni per il governo. Come l’antifascismo ha permeato la carta? Quali scenari si aprono in quel fatidico anno?
Guardando le immagini, leggendo le cronache e spulciando i diversi resoconti storici, ci si convince che la storia del rapimento trova la sua ragione d’essere più profonda nella letteratura
Il 16 marzo 1978 la scorta di Aldo Moro veniva attaccata da un gruppo di militanti delle Br. Un momento questo che è entrato nell’immaginario collettivo ma è anche un topos letterario. Ne parliamo con Demetrio Paolin, scrittore di Una tragedia negata (Il maestrale 2008).
In orizzontale: Ade, dio degli inferi. Ci scendemmo agli inferi in quei giorni di barricate, di blindati, di roghi ma anche di patti con il diavolo
Gli anni Settanta della Strategia della tensione hanno i loro luoghi della memoria e del mistero: Milano, Roma, Bologna, ma hanno anche raggiunto località più distanti come quelle della Calabria dei fatti di Reggio del 1970. Abbiamo incontrato questa storia leggendo A schema libero (Rubbettino, 2017) di Lou Palanca, collettivo di scrittori calabrese che abbiamo intervistato.
La più bella scritta sui muri della mia facoltà me la ricordo benissimo, era “voglio essere orfano (Luisa Passerini, Autoritratto di gruppo)
Come alcuni giornali dell’epoca hanno trattato e parlato di quella che è passata alla storia come la battaglia di valle Giulia? 50 anni dopo ne rileggiamo alcuni stralci per capire il clima che respirava l’opinione pubblica italiana.