Nuova puntata del viaggio di Vanloon attraverso la storia raccontata dalla musica e dalle canzoni. Nel nostro ultimo appuntamento vi abbiamo parlato dei Franti e ora ci spostiamo ancora più a nord: direzione Le Havre, scopriamo le parole di Médine.
Come si intuisce dal nome, Médine è un rapper francese dichiaratamente islamico: l’aspetto interessante è che, pur con delle posizioni che noi non condividiamo, ha usato la sua fede come un elemento per entrare nella complessa memoria della Francia, del suo passato coloniale e delle tante questioni in sospeso per chi, come il nostro autore, è un cittadino “issu de l’immigration”.
Approfondimenti
Médine è un artista poco conosciuto in Italia e chi lo ha citato spesso lo ha fatto a sproposito: Adriano Sofri, dopo gli attentati del 2015, ne ha fatto un esempio del radicalismo religioso diffuso nelle banlieue, dimostrando di non conoscere il suo percorso musicale. Per chi volesse approfondire Médine come l’hip hop francese suggeriamo invece il libro di Luca Gricinella Rapropos. Il rap racconta la Francia, Agenzia X nel 2011.Per chi ha confidenza con la lingua d’oltralpe proponiamo un articolo sulla serie Enfant du destin di cui vi abbiamo parlato in puntata.
Jukebox
In puntata vi abbiamo proposto un percorso di ascolti dei brani di Médine secondo la nostra interpretazione: ve li elenchiamo qui secondo l’ordine di pubblicazione:
David da “11 septembre. Récit du 11éme jour” (2004)
Jihad da “Jihad. le plus grand combat est contre soi-même” (2005)
17 octobre da “Table d’écoute” (2006)
Self Defense da “Arabian Panther” (2008)
Daoud da “Protest Song” (2013)
(La copertina di questa settimana è presa da –)