In occasione del Giorno del ricordo, abbiamo fatto una bella chiacchierata con lo storico Piero Purich sulle foibe, la memoria controversa e quel confine orientale di cui bisogna parlare di più.

Approfondimenti

Su “Internazionale” on-line c’è un bell’articolo di Nicoletta Bourbaki sulle foibe, pubblicato un paio di anni fa, in cui si chiamano in causa storici e storiche che hanno lavorato sul tema, ma vi segnaliamo anche che su Giap, il blog di Wu Ming, ci sono molti approfondimenti a del «gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete, sulle false notizie a tema storico e sulle ideologie neofasciste» Nicoletta Bourbaki.

Il lavoro più importante di Piero Purich (italianizzato in Purini) è Metamorfosi etniche. I cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria. 1914-1975, Kappavu, 2014.

Sulla memoria delle foibe segnaliamo, invece, Federico Tenca Montini, Fenomenologia di un martirologio mediatico, Kappavu, 2014.

Jukebox

Abbiamo ascoltato due gruppi della ex Jugoslavia, i Dubioza Kollectiv, formatesi a Sarajevo nel 2003, con Kazu dall’album “Apsurdistan” (2013) e un gruppo post-punk, gli Ekaterina Velika con Par godina za nas dall’album “Samo par godina za nas” del 1989.

(La copertina di questa settimana è un classico esempio di “capovolgimento della storia”. Un’immagine del 31 luglio 1942 nella quale soldati italiani fucilano cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima proveniente dalla Raccolta fotografica del Museo nazionale di storia contemporanea di Lubiana, fatta ampiamente circolare in rete con una didascalia errata e fuorviante, spacciandola per l’esecuzione di italiani da parte di partigiani jugoslavi)