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Sogno numero uno. A volte Itala vedeva se stessa, armata di nerbo, al comando dell’intero orfanotrofio. [...]Le educande, schierate nel cortile della ricreazione, si allineavano e si sgrumavano di colpo a ogni suo gesto, formando giganteschi quadri plastici: frecce, cerchi, punte di baionetta. Non c’era più traccia di infanzia o di prima adolescenza nei loro sguardi. Centinaia di labbra ripetevano certi suoi ordini muti che nemmeno lei riusciva a sentire. Le ragazze formavano un’unica, sconfinata faccia italiana, pietrificata da un pensiero fisso, protesa verso una meta sospesa sull’orizzonte: vincere.
un libro che, attraverso lo sguardo di due bambine, racconta la costruzione dell’Italia del totalitarismo fascista e delle leggi razziali