Abbiamo provato forte difficoltà di fronte all’appena trascorso Giorno della Memoria: non possiamo condividere la modalità con cui lo si vive se lo si riduce a una celebrazione rituale e vuota. Riconoscendo l’unicità della Shoah, consideriamo importante restituire al 27 gennaio il senso e il significato con cui era stato istituito nel 2000, vale a dire un giorno dedicato all’opportunità e all’importanza di riflettere su ciò che è stato e che quindi non dovrebbe più ripetersi, non solo nei confronti del popolo ebraico. Il 27 gennaio 2024 è stato una scadenza particolarmente difficile e dolorosa da affrontare: a cosa serve oggi la memoria se non aiuta a fermare la produzione di morte a Gaza e in Cisgiordania e in tutti i territori in cui ci sono guerre e conflitti? Se e quando alimenta una narrazione vittimistica che serve a legittimare e normalizzare crimini? (Dall’appello Mai indifferenti, Voci ebraiche per la pace)
La giornata della memoria del 2024 fra ricorrenze istituzionali e la denuncia delle violenze a Gaza. Rassegna Stampa