comunico la mia decisione di restituire il grado di generale di brigata al quale ero stato promosso nel dicembre del 1993[..]. So benissimo che reparti della Jna, volontari provenienti dalla Serbia e dal Montenegro, paramilitari serbo-bosniaci e l’esercito della Republika Srpska hanno uccLe iso, sgozzato, violentato, bruciato e distrutto tutto ciò che non era serbo[...]. Nemmeno mi passava per la testa, allora, che membri dell’esercito della Bosnia Erzegovina avessero potuto commettere dei crimini. Mi fidavo di quello che Lei diceva, e che confermavano i politici, i rappresentanti delle comunità religiose, i funzionari e gli stessi ufficiali. (dalla lettera di dimissioni di Jovan Divjak a Aljia Izetbegovic)
L'assedio di Sarajevo visto con gli occhi di Jovan Divijak