Sono passati cinquant’anni e ci fa ancora discutere, il ’68 è vivo e vegeto nella memoria e nella storia. Ma i giornali di oggi come hanno parlato di questo importante anniversario? Ve lo diciamo con una piccola rassegna stampa dedicata.
I GAP (Gruppi di azione patriottica) modenesi hanno una storia un po’ diversa rispetto agli altri GAP, sono molto legati al territorio e compiono azioni anche fuori dal centro urbano. Abbiamo intervistato Chiara Lusuardi che ci ha raccontato la storia dei gappisti della 65a brigata GAP Garibaldi “Walter Tabacchi”.
Gli anni Settanta della Strategia della tensione hanno i loro luoghi della memoria e del mistero: Milano, Roma, Bologna, ma hanno anche raggiunto località più distanti come quelle della Calabria dei fatti di Reggio del 1970. Abbiamo incontrato questa storia leggendo A schema libero (Rubbettino, 2017) di Lou Palanca, collettivo di scrittori calabrese che abbiamo intervistato.
Nel dibattito attuale su Europa e Unione europea si parla spesso di fallimento dello spirito comunitario e della necessità di uno spirito dei fondatori: com’è nata la Comunità europea? Guardando alla Ricostruzione, Roberto Ventresca ci parla di tecnocrazia europea, ma anche di capitalismo e Guerra fredda.
C’è un filo che unisce la working class inglese, lo ska giamaicano, le periferie italiane degli anni ’80, la musica oi!… un filo su cui si snoda la storia della sottocultura skinhead che, insieme a Flavio Frezza, vi raccontiamo in questa puntata soffermandoci sulle origini e la particolarità della scena italiana.
Iniziamo il viaggio nei cinquant’anni dal ’68 andando alla scoperta di quella che fu una delle sue anime, il mondo cattolico profondamente scosso dallo spirito del Concilio Vaticano II. Ne parliamo presentando due libri “L’anima in fabbrica” di Giuseppina Vitale (Studium 2017) e “La contestazione cattolica” di Alessandro Santagata (Viella 2016).
Ordine Nuovo è stata l’organizzazione dell’estrema destra più influente nell’Italia degli anni Settanta: riscoperta del nazismo, Julius Evola, strategia della tensione e forte impronta sulla destra di oggi. Ne abbiamo parlato con Elia Rosati, coautore con Aldo Giannuli di “Storia di Ordine Nuovo” (Mimesis 2017).
Natale, anche Vanloon offre qualche suggerimento su cosa mettere sotto l’albero, sempre per leggere e parlare di storia. Rassegna di titoli che, ricorrendo a linguaggi diversi (musica, fumetto, poesia… e naturalmente storiografia) ci raccontano pezzi di Novecento e di storia contemporanea: dalla Svizzera alla Russia, passando per Terni e il Medio Oriente.
Nei giorni in cui la Palestina si riaccende per la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, ricorrono i trent’anni della Prima Intifada, la rivolta delle pietre. Ne parliamo con il professor Wassim Dahmash, curatore di Voci palestinesi dell’Intifada, Nuova cultura 2006.
La storia dei soldati italiani prigionieri nei campi degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale sta venendo a galla solo di recente, grazie alla curiosità di figli e nipoti. Ne parleremo con Irene Pavan autrice del romanzo Solo per dirti addio, dedicato all’esperienza di suo nonno in un campo inglese.
Ultima puntata di You Say You Want a Revolution che chiude cedendo il passo a una rubrica che verrà, presentando un grande classico sulla rivoluzione russa del 1917: La rivoluzione sconosciuta (1917-1921) scritto dal rivoluzionario anarchico russo Volin riparato in Francia dalle persecuzioni dei bolscevichi. Lo presenta in studio lo storico Antonio Senta.
Spiegare a un “profano” come si fa storia non è mai semplice: come spiegare che una buona ricerca nasce da un sapiente incontro fra curiosità e passione, ma soprattutto metodo? C’è chi ci è riuscito meglio attraverso i romanzi; siamo quindi andati a leggerci i libri di Josephine Tey, Javier Cercas e Joe Sacco.
Una rassegna stampa commentata della rubrica temporanea uscita su «Il Resto del Carlino» di ottobre intitolata “La morte della patria” che restituisce ai lettori un’idea se non falsa, quanto meno fuorviante di cosa furono fascismo e antifascismo, suggerendoci di raccogliere ciò che di buono fece il regime.
L’Italia, a partire dall’Unità, è stata costruita da élite differenti, fra cui spicca sicuramente quella militare, gli ufficiali. Poco studiati, gli ufficiali del Regio esercito post unitario hanno comunque contribuito a plasmare l’identità nazionale e hanno portato poi il paese alla Grande guerra. Intervista con Jacopo Lorenzini, autore di Uomini e generali. L’élite militare nell’Italia liberale (FrancoAngeli, 2017).
Non tutti sanno che in Belgio c’è stata dagli anni ’30 una fitta rete di emigrati italiani antifascisti e che alcuni di essi hanno combattuto nella Resistenza belga. Ne parliamo con Olga Massari, curatrice della nuova edizione del libro di Anne Morelli, La partecipazione degli italiani alla Resistenza belga, riedito da Anpi Belgique nel 2017.