Inizio stagione alla ricerca della storia attraverso la musica. Seconda puntata di un percorso che abbiamo aperto lo scorso anno con Murubutu, oggi ci dedichiamo a Gianmaria Testa (1958-2016), il cantautore-ferroviere piemontese che ha conosciuto – da grande – i suoi primi successi in Francia e solo dopo è stato apprezzato anche in Italia. Memorabile il suo disco Da questa parte del mare del 2006 di cui vi parliamo molto in puntata ma è tutta la sua produzione a raccontare della qualità di un musicista che ha saputo combinare cultura del suono e capacità di narrazione.

Approfondimenti

L’ascolto delle canzoni di Gianmaria Testa può essere accompagnato dalla lettura del suo libro di cui vi abbiamo parlato nell’arco della puntata, Da questa parte del mare, edito da Einaudi nel 2016: un bellissimo racconto delle canzoni fatto dall’autore stesso, purtroppo poco prima di lasciarci. Un ulteriore supporto lo si può trovare consultando Il tempo che passa e consuma. Storia, musica e parole di Gianmaria Testa di Isabella Maria Zoppi, Editrice Zona del 2007: parte intervista, parte narrazione della sua carriera, questo testo ci conduce alla scoperta dell’autore e della sua vita.
Infine, suggeriamo la lettura di un contributo del cantautore Alessio Lega apparso su «A/Rivista anarchica», n 49, dell’estate 2016,

Jukebox

Le canzoni di Testa che abbracciano la storia sarebbero tante: non per riferimenti espliciti magari, ma quanto per lo spirito in cui sono immerse e per le atmosfere che evocano. Queste sono quelle che abbiamo ascoltato in puntata: Come le onde del mare da “Montgolfières” (1995), Polvere di gesso da “Lampo” (1999), Seminatori di grano e Ritals da “Da questa parte del mare” (2006).

(La copertina di questa settimana è presa da Wikitesti)